Musica e aneddoti per Gino Paoli che in occasione dell’uscita della sua autobiografia ha parlato di aspetti inediti dlela sua vita.
In occasione dell’uscita della sua prima autobiografia ‘Cosa farò da grande’, edita Bompiani e scritta con Daniele Bresciani, Gino Paoli ha avuto modo di rilasciare alcune interessanti parole al Corriere Torino dove ha rivelato aspetti inediti della sua vita tra cui un periodo nel quale aveva fatto uso di cocaina. Non è mancato, ovviamente, un importante passaggio sul suo amore per la musica.
Gino Paoli e l’amore per la musica
Di recente ha spesso fatto discutere con le sue dichiarazioni, come quelle sull’ultima edizione di Sanremo, ma quando si tratta di musica, le cose cambiano. Paoli ha spiegato: “Come tutte le cose della mia vita mi è capitata addosso”, ha detto al Corriere. “Facevo il grafico pubblicitario e Gianfranco Reverberi mi convinse a registrare alcune canzoni che voleva presentare alla Ricordi. Nanni Ricordi, uomo straordinario che stava portando l’etichetta dalla classica alla leggera, disse: ‘Le canzoni forse non mi interessano, ma il cantante mi piace’. Per due anni l’ho fatto per gioco, finché il direttore della ditta mi fece notare che per una serata prendevo il doppio di quanto mi dava lui di stipendio: ‘Non pensi sia il caso di lasciare il lavoro?’”, ha svelato il cantautore quasi novantenne.
Il rapporto con la cocaina
La musica è sempre stata presente nella vita di Paoli tranne che per un periodo: “Solo nel ‘68, quando hanno iniziato a chiedermi canzoni politiche. Non capivo che cacchio intendessero: per me la vita è politica. Non avevo più voglia di cantare, magari finendo pure ‘processato’ come De Gregori”, ha detto svelando di aver lavorato al casinò a Levanto come gestore per qualche anno.
La musica tornò, però, presto nella sua vita: “Quando ho deciso di tornare a cantare? In quel periodo mi facevo un po’ di cocaina, un giorno hanno arrestato il mio pusher e sono rimasto senza. Avevo continuato a scrivere delle cose, sono andato a rileggerle da ‘sano’ ed erano orrende. Non sopporto la mancanza di controllo su me stesso, quindi ho smesso di farmi e ripreso a scrivere. Finché Gianni Borgna mi ha convinto a tornare su un palco al Pincio a Roma. Avevo una fifa terribile, ho cantato 15 minuti e sono scappato, ma il pubblico continuava a chiamarmi”.